NEWS DEL 17.11.2020
L'INVESTIGATORE PRIVATO: TRA REALTA' E FANTASIA
Questo il titolo del bellissimo racconto della giovane scrittrice ed attivista contro la violenza sulle donne, ILARIA DI ROBERTO, pubblicato sul sito della famosa associazione MOVIMENTO CONTRO OGNI VIOLENZA SULLE DONNE e che potrete leggere qui:
https://www.movimentodonne.com/linvestigatore-privato-tra-realta-e-fantasia/
https://www.movimentodonne.com/linvestigatore-privato-tra-realta-e-fantasia/
NEWS DEL 30.5.2017
Premio al coraggio - ci verrebbe da dire - più che alle capacità, sì perchè oggi i bravi colloboratori sono coraggiosi ad affrontare una professione così difficile, figuriamo se si tratta di una donna, il suo coraggio vale doppio...
NEWS DEL 13.1.2015
Si comunica che dal 2015 l'A.I.I.C.S. non effettuerà più gratuitamente il servizio di orientamento universitario, orientamento ai corsi di investigazioni private, sicurezza e simili nonchè il servizio banca dati curriculum vitae e relative segnalazioni presso le agenzie investigative che richiedono personale; tali servizi continueranno ad essere gratuiti solo per coloro che hanno partecipato o partecipano ai corsi dell'accademia o degli enti ad essa collegati.
I curriculum vitae di coloro che non hanno partecipato a nessun corso dell'accademia sarà cancellato dalla suddetta banca dati.
Si comunica altresì che non saranno previsti più sconti speciali per studenti universitari salvo eventuali convenzioni.
A.I.I.C.S.
I curriculum vitae di coloro che non hanno partecipato a nessun corso dell'accademia sarà cancellato dalla suddetta banca dati.
Si comunica altresì che non saranno previsti più sconti speciali per studenti universitari salvo eventuali convenzioni.
A.I.I.C.S.
NEWS DEL 13.6.2014
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NUOVA PESANTE CONTRAZIONE NEL MERCATO DEL LAVORO IN AMBITO INVESTIGATIVO PRIVATO ...
COSA STA' SUCCEDENDO ?
Da qualche mese stiamo nuovamente registrando un lento ma inesorabile calo di assunzioni nel settore investigativo privato dovuto soprattutto a questa "maledetta" crisi economica.
L'aspetto più preoccupante è il calo nel settore indagini in ambito assicurativo, sempre affamato di collaborazioni; oltre alla crisi - però - i motivi sono diversi.
Innanzitutto nell'ambito dell'antifrode assicurativa si registra un cambiamento di rotta da parte della criminalità organizzata operante nelle truffe in danno delle Compagnie di assicurazioni. Geniali le scelte, non più grandi sinistri controllati dagli uffici liquidazioni danni (a grande sinistro corrisponde grande controllo per grande difesa dalla potenziale truffa) ma tanti micro-sinistri che scoraggiano le Compagnie circa l'impiego dell'investigatore privato, dell'avvocato e di tutta una serie di professionisti necessari ai dovuti accertamenti. In pratica, piccolo sinistro uguale "non perdiamo ulteriori risorse, meglio pagare".
Detto fatto, crollo delle richieste e susseguente crollo del lavoro per investigatori privati (chiamati scorrettamente accertatori), periti e consulenti vari ...
Si aggiunga altresì l'atavica responsabilità da parte delle Compagnie che continuano a servirsi di avventizi di ogni genere (senza escludere abusivi) per risparmiare, senza sapere che - non di rado - quando si risparmia spesso non si guadagna (in termini di risultati) ! Le Compagnie hanno anche un'altra gravissima responsabilità, quella di mettere in competizione una serie di agenzie investigative credendo di rendere concorrenziali le tariffe: che genialata ! E' così solo all'inizio, ma in un settore così delicato, più abbassi gli onorari più ti becchi un servizio di qualità scadente.
*
Passiamo ora alle responsabilità dirette di alcune agenzie che pur di prendere lavoro accettano questa specie di "strozzinaggio professionale", si fanno la guerra tra poveri e cosa fanno ? Prendono ragazzi a lavorare, li sfruttano, li pagano male e non fanno altro che creare un effetto boomerang ... I ragazzi se ne vanno delusi, intristiti, sfiduciati e sapete con quale considerazione finale ? "Ma che razza di settore è questo ?".
*
Molti di Voi conoscete benissimo anche il mio pensiero circa taluni collaboratori: quando un matrimonio non funziona le responsabilità sono da entrambe le parti, pur se con percentuali diverse.
Bene: ottime agenzie e colleghi che lavorano con professionalità, dedizione, serietà, ecc. ecc. subiscono non di rado delle vere e proprie mazzate nei denti (come si suol dire) da ragazze/i delle belle speranze che credono di indossare i panni di James Bond o pensano che fare l'investigatore privato sia andare in giro con la valigetta della polizia scientifica. Anche io da ragazzo l'ho sognato, ma ho aperto gli occhi in brevissimo tempo. Non è così. E la risposta si ha già se uno di buona volontà legge gli ambiti del D.M. 269/2010, la legge del futuro.
*
Cosa fare allora ? Come regolarsi ?
Partiamo da capo, tenendo presente che la crisi economica non la possiamo risolvere noi, purtroppo. E con essa non possiamo prevedere tutte le involuzioni del mercato del lavoro.
Tuttavia qualche cosina si puo' fare per uscire dalla nebbia. Innanzitutto vediamo chi sono i futuri investigatori privati, collaboratori e forse futuri titolari di licenza.
Oggi in gran parte ex collaboratori girovaghi di molte agenzie, più o meno contenti di cio' che hanno fatto fino ad ora o laureati nelle varie arie di attinenza del citato decreto ministeriale, parlo soprattutto di quelli di Scienze delle Investigazioni, Crimonologia e simili (Narni, l'Aquila, Forlì, Torino, Chieti, tra le principali).
*
Prima domanda tra tutte che ognuno deve farsi, soprattutto per darsi un orientamento iniziale:
1) Voglio fare il libero professionista o voglio fare il dipendente ?
Molti mi rispondo chiedendomi: "scusi ma come faccio a saperlo se non provo ?". Giusto ma un sogno nel cassetto ce l'abbiamo tutti, abbiamo già un orientamento psicologico che ci attrae, ci condiziona, indipendentemente da ogni prova. Usate quello, che poi è quello del cuore, difficilmente sbaglia !
Se sono un tipo più tranquillo che non vuole gestirsi la frenetica vita da imprenditore, al quale gli piace avere delle mirate responsabilità, assumersi da altri mansioni e portarle a termine, allora difficilmente potrò fare l'imprenditore, la mia propensione è quella da dipendente ... Poi la vita di porta a fare altro ma almeno all'inizio dobbiamo capire cuore-cervello cosa dettano.
Badate bene, dalla prima domanda dipende la preparazione al futuro orientamento, formativo e lavorativo, quindi non è una cosa campata in aria: chi fa formazione è orientamento lo sa benissimo ed è bene che lo sappiano anche i potenziali lavoratori.
2) No, non me la sento di avventurarmi con questa crisi nella titolarità di una licenza, mi piacerebbe anche fare l'imprenditore ma sono cauto, quindi nei primi anni lavorativi voglio stare più tranquillo e lavorare alle dipendenze. Seconda domanda: quali sono le mie referenze ? Come faccio a farmi conoscere ?
Qui siete più bravi di me ma attenzione alla preperazione dei c.v. e alle esperienze che utilizzate per mettervi in mostra (non mettete il superfluo o frasi scontate, leggete la recensione sulla pagina facebook che ho scritto pochi giorni fa).
Lo dico da datore di lavoro: chi parte da zero puo' spaventare il potenziale d.l. Personalmente no la penso così. Faccio parte di quella categoria a cui piace "crescere nel suo orticello i futuri collaboratori", ma non tutti la pensano come me, quindi vanno rassicurati.
Ora qualcuno si disturberà se dico che una buona formazione è referenziale: incazzatevi pure ma è così. Da me è venuto un ragazzo che aveva frequentato un corso di collaboratore incarichi elementari fatto alla Regione X, quindi qualificato. Bellissima Idea. Ho letto il programma: un bluff. Un collaboratore Incarichi Elementari che studia criminal profiling ? Totale assenza di tecniche investigative applicate sostituite da Intelligence. Cheee ? Intelligence. Ma è noto il significato di questo termine ?
In parole povere: per chi comincia da zero è ESSENZIALE fare qualche corso che trasmetta i primi elementi conoscitivi di questa difficilissima realtà.
3) Fatto ciò, quindi referenziati formativamente, dobbiamo metterci alla ricerca di istituti investigativi che assumono. Terza domanda: come faccio a distinguere quelli seri da quelli poco seri ! Complicatissimo, oserei dire. Ma non vi scoraggiate. Fate una cernita iniziale, scartate tutti quelli che vi propongono colloqui al bar, supercorsi crimonologici a pagamento, non vi parlano di compenso, non accennano al corso riguardante la vostra sicurezza sul lavoro o alla visita medica da sostenere, quelli che vi propongono di partire e fare la parte della coppietta in albergo (agli uomini non capiterà...) nonchè tutti quelli che vi propongono di lavorare con partita iva e/o ritenuta d'acconto (è vietato).
Posso dirvi una cosa triste ? Ne scarterete una montagna. Ma non demordete: delle persone conosciute negli ultimi 8 mesi ( circa una centinaio ), 8 stanno lavorando a vario titolo. La percentuale è bassa ma pensate quanti scogli hanno dovuto superare .... Ce l'hanno fatta, per ora.
Questi sono i primi tre passi. In una prossima news la seconda puntata :-)
Contattatemi quando volete: [email protected]
COSA STA' SUCCEDENDO ?
Da qualche mese stiamo nuovamente registrando un lento ma inesorabile calo di assunzioni nel settore investigativo privato dovuto soprattutto a questa "maledetta" crisi economica.
L'aspetto più preoccupante è il calo nel settore indagini in ambito assicurativo, sempre affamato di collaborazioni; oltre alla crisi - però - i motivi sono diversi.
Innanzitutto nell'ambito dell'antifrode assicurativa si registra un cambiamento di rotta da parte della criminalità organizzata operante nelle truffe in danno delle Compagnie di assicurazioni. Geniali le scelte, non più grandi sinistri controllati dagli uffici liquidazioni danni (a grande sinistro corrisponde grande controllo per grande difesa dalla potenziale truffa) ma tanti micro-sinistri che scoraggiano le Compagnie circa l'impiego dell'investigatore privato, dell'avvocato e di tutta una serie di professionisti necessari ai dovuti accertamenti. In pratica, piccolo sinistro uguale "non perdiamo ulteriori risorse, meglio pagare".
Detto fatto, crollo delle richieste e susseguente crollo del lavoro per investigatori privati (chiamati scorrettamente accertatori), periti e consulenti vari ...
Si aggiunga altresì l'atavica responsabilità da parte delle Compagnie che continuano a servirsi di avventizi di ogni genere (senza escludere abusivi) per risparmiare, senza sapere che - non di rado - quando si risparmia spesso non si guadagna (in termini di risultati) ! Le Compagnie hanno anche un'altra gravissima responsabilità, quella di mettere in competizione una serie di agenzie investigative credendo di rendere concorrenziali le tariffe: che genialata ! E' così solo all'inizio, ma in un settore così delicato, più abbassi gli onorari più ti becchi un servizio di qualità scadente.
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Passiamo ora alle responsabilità dirette di alcune agenzie che pur di prendere lavoro accettano questa specie di "strozzinaggio professionale", si fanno la guerra tra poveri e cosa fanno ? Prendono ragazzi a lavorare, li sfruttano, li pagano male e non fanno altro che creare un effetto boomerang ... I ragazzi se ne vanno delusi, intristiti, sfiduciati e sapete con quale considerazione finale ? "Ma che razza di settore è questo ?".
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Molti di Voi conoscete benissimo anche il mio pensiero circa taluni collaboratori: quando un matrimonio non funziona le responsabilità sono da entrambe le parti, pur se con percentuali diverse.
Bene: ottime agenzie e colleghi che lavorano con professionalità, dedizione, serietà, ecc. ecc. subiscono non di rado delle vere e proprie mazzate nei denti (come si suol dire) da ragazze/i delle belle speranze che credono di indossare i panni di James Bond o pensano che fare l'investigatore privato sia andare in giro con la valigetta della polizia scientifica. Anche io da ragazzo l'ho sognato, ma ho aperto gli occhi in brevissimo tempo. Non è così. E la risposta si ha già se uno di buona volontà legge gli ambiti del D.M. 269/2010, la legge del futuro.
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Cosa fare allora ? Come regolarsi ?
Partiamo da capo, tenendo presente che la crisi economica non la possiamo risolvere noi, purtroppo. E con essa non possiamo prevedere tutte le involuzioni del mercato del lavoro.
Tuttavia qualche cosina si puo' fare per uscire dalla nebbia. Innanzitutto vediamo chi sono i futuri investigatori privati, collaboratori e forse futuri titolari di licenza.
Oggi in gran parte ex collaboratori girovaghi di molte agenzie, più o meno contenti di cio' che hanno fatto fino ad ora o laureati nelle varie arie di attinenza del citato decreto ministeriale, parlo soprattutto di quelli di Scienze delle Investigazioni, Crimonologia e simili (Narni, l'Aquila, Forlì, Torino, Chieti, tra le principali).
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Prima domanda tra tutte che ognuno deve farsi, soprattutto per darsi un orientamento iniziale:
1) Voglio fare il libero professionista o voglio fare il dipendente ?
Molti mi rispondo chiedendomi: "scusi ma come faccio a saperlo se non provo ?". Giusto ma un sogno nel cassetto ce l'abbiamo tutti, abbiamo già un orientamento psicologico che ci attrae, ci condiziona, indipendentemente da ogni prova. Usate quello, che poi è quello del cuore, difficilmente sbaglia !
Se sono un tipo più tranquillo che non vuole gestirsi la frenetica vita da imprenditore, al quale gli piace avere delle mirate responsabilità, assumersi da altri mansioni e portarle a termine, allora difficilmente potrò fare l'imprenditore, la mia propensione è quella da dipendente ... Poi la vita di porta a fare altro ma almeno all'inizio dobbiamo capire cuore-cervello cosa dettano.
Badate bene, dalla prima domanda dipende la preparazione al futuro orientamento, formativo e lavorativo, quindi non è una cosa campata in aria: chi fa formazione è orientamento lo sa benissimo ed è bene che lo sappiano anche i potenziali lavoratori.
2) No, non me la sento di avventurarmi con questa crisi nella titolarità di una licenza, mi piacerebbe anche fare l'imprenditore ma sono cauto, quindi nei primi anni lavorativi voglio stare più tranquillo e lavorare alle dipendenze. Seconda domanda: quali sono le mie referenze ? Come faccio a farmi conoscere ?
Qui siete più bravi di me ma attenzione alla preperazione dei c.v. e alle esperienze che utilizzate per mettervi in mostra (non mettete il superfluo o frasi scontate, leggete la recensione sulla pagina facebook che ho scritto pochi giorni fa).
Lo dico da datore di lavoro: chi parte da zero puo' spaventare il potenziale d.l. Personalmente no la penso così. Faccio parte di quella categoria a cui piace "crescere nel suo orticello i futuri collaboratori", ma non tutti la pensano come me, quindi vanno rassicurati.
Ora qualcuno si disturberà se dico che una buona formazione è referenziale: incazzatevi pure ma è così. Da me è venuto un ragazzo che aveva frequentato un corso di collaboratore incarichi elementari fatto alla Regione X, quindi qualificato. Bellissima Idea. Ho letto il programma: un bluff. Un collaboratore Incarichi Elementari che studia criminal profiling ? Totale assenza di tecniche investigative applicate sostituite da Intelligence. Cheee ? Intelligence. Ma è noto il significato di questo termine ?
In parole povere: per chi comincia da zero è ESSENZIALE fare qualche corso che trasmetta i primi elementi conoscitivi di questa difficilissima realtà.
3) Fatto ciò, quindi referenziati formativamente, dobbiamo metterci alla ricerca di istituti investigativi che assumono. Terza domanda: come faccio a distinguere quelli seri da quelli poco seri ! Complicatissimo, oserei dire. Ma non vi scoraggiate. Fate una cernita iniziale, scartate tutti quelli che vi propongono colloqui al bar, supercorsi crimonologici a pagamento, non vi parlano di compenso, non accennano al corso riguardante la vostra sicurezza sul lavoro o alla visita medica da sostenere, quelli che vi propongono di partire e fare la parte della coppietta in albergo (agli uomini non capiterà...) nonchè tutti quelli che vi propongono di lavorare con partita iva e/o ritenuta d'acconto (è vietato).
Posso dirvi una cosa triste ? Ne scarterete una montagna. Ma non demordete: delle persone conosciute negli ultimi 8 mesi ( circa una centinaio ), 8 stanno lavorando a vario titolo. La percentuale è bassa ma pensate quanti scogli hanno dovuto superare .... Ce l'hanno fatta, per ora.
Questi sono i primi tre passi. In una prossima news la seconda puntata :-)
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NEWS DEL 25.03.2014
LE BUONE REGOLE DI COLLABORAZIONE: NON TUTTO E' SCONTATO ....
Premesso che risulta molto difficile trasmettere ogni notizia comportamentale utile ai collaboratori ma, di seguito, abbiamo cercato di inserire le più importanti, raccogliendole anche da considerazioni di non pochi titolari di licenza.
Alcune sembrano ovvie, scontate, superflue, ma non è così in quanto l’esperienza di tanti anni ci ha insegnato che quello che sembra ovvio, superfluo, scontato, viene immancabilmente disatteso da alcuni, a danno del rapporto titolare-collaboratore e, di conseguenza, a danno del cliente.
Possiamo assicurare che se tutti rispettassero questo venti regole il lavoro sarebbe facilitato e le incomprensioni diventerebbero veramente poche ...
1) Non prendere alcuna iniziativa che possa violare le normative che ci riguardano senza il permesso del titolare o di chi ne fa le veci.
2) Obbligo del segreto professionale con familiari, coniuge, fidanzata/o, convivente, amici, ecc., salvo casi specifici.
3) Obbligo di conservare il materiale investigativo (foto, video, documenti, visure, relazioni di servizio e simili) in luogo sicuro e non accessibile agli altri.
4) Obbligo di riferire tassativamente al titolare o a chi ne fa le veci eventi anche negativi emersi durante le indagini (es.: se si perde il contatto con l’indagato, se si ha il forte sospetto di essere stati scoperti, ecc.).
5) Evitare di fare con i colleghi considerazioni personali sulle indagini o confidenze ricevute dal titolare in merito alle stesse.
6) Evitare l’uso inappropriato del telefono cellulare durante i servizi (es.: sentirsi e/o messaggiare continuamente con i familiari, convivente, fidanzata/o, consultazione di facebook e altri social network, ecc.).
7) Munirsi di piccole comodità per modificare il proprio aspetto improvvisamente (cappello, sciarpa, occhiali da sole, elastici per capelli e simili).
8) Scrivere le relazioni di servizio con calligrafia leggibile, in modo preciso e conciso.
9) Prima di iniziare un servizio mettere sotto carica le attrezzature ed evitare durante il servizio l’uso inappropriato delle stesse (comprese le radio trasmittenti).
10) Se messi in contatto con il cliente evitare di dare allo stesso pareri, consigli, considerazioni personali, modus operandi dell’agenzia, ecc.
11) Assicurarsi in caso di contratto ad intermittenza che il datore di lavoro abbia provveduto alla chiamata con notifica all’Inps.
12) Partecipare ai corsi di aggiornamento con interesse, concentrazione ed educazione.
13) Evitare spese superflue a carico del cliente e controllare i costi di gestione durante i servizi.
14) Vestirsi in maniera sobria e con colori neutri.
15) In caso di utilizzo del proprio veicolo assicurarsi di essere in regola (assicurazione rc, revisione, manutenzione) e in caso di utilizzo di veicolo aziendale trattarlo come se fosse il proprio. In entrambi i caso ricordarsi di fare rifornimento carburante e non partire a riserva.
16) Durante il servizio prestare la massima attenzione al fine di non essere scoperti (es.: “bruciare” il servizio per una foto, effettuare manovre azzardate che destino sospetti, ecc.).
17) Un buon pedinamento (salvo gps) nasce sempre da un buon appostamento, quindi regolarsi su come ci si apposta.
18) Nel lavoro di coppia evitare atteggiamenti troppo enfatici o teatrali oppure l’opposto (es.: una coppia ferma 2 ore in auto che non parla o non si fa una carezza, desterebbe comunque curiosità)
19) Evitare atteggiamenti “polizieschi” o peggio usurpazione di titoli.
20) Prima di iniziare un’indagine ricordare dell’indagato di farsi dare connotati, segni particolari, abitudini, dati veicolo, zone di frequenza, ecc.
LE BUONE REGOLE DI COLLABORAZIONE: NON TUTTO E' SCONTATO ....
Premesso che risulta molto difficile trasmettere ogni notizia comportamentale utile ai collaboratori ma, di seguito, abbiamo cercato di inserire le più importanti, raccogliendole anche da considerazioni di non pochi titolari di licenza.
Alcune sembrano ovvie, scontate, superflue, ma non è così in quanto l’esperienza di tanti anni ci ha insegnato che quello che sembra ovvio, superfluo, scontato, viene immancabilmente disatteso da alcuni, a danno del rapporto titolare-collaboratore e, di conseguenza, a danno del cliente.
Possiamo assicurare che se tutti rispettassero questo venti regole il lavoro sarebbe facilitato e le incomprensioni diventerebbero veramente poche ...
1) Non prendere alcuna iniziativa che possa violare le normative che ci riguardano senza il permesso del titolare o di chi ne fa le veci.
2) Obbligo del segreto professionale con familiari, coniuge, fidanzata/o, convivente, amici, ecc., salvo casi specifici.
3) Obbligo di conservare il materiale investigativo (foto, video, documenti, visure, relazioni di servizio e simili) in luogo sicuro e non accessibile agli altri.
4) Obbligo di riferire tassativamente al titolare o a chi ne fa le veci eventi anche negativi emersi durante le indagini (es.: se si perde il contatto con l’indagato, se si ha il forte sospetto di essere stati scoperti, ecc.).
5) Evitare di fare con i colleghi considerazioni personali sulle indagini o confidenze ricevute dal titolare in merito alle stesse.
6) Evitare l’uso inappropriato del telefono cellulare durante i servizi (es.: sentirsi e/o messaggiare continuamente con i familiari, convivente, fidanzata/o, consultazione di facebook e altri social network, ecc.).
7) Munirsi di piccole comodità per modificare il proprio aspetto improvvisamente (cappello, sciarpa, occhiali da sole, elastici per capelli e simili).
8) Scrivere le relazioni di servizio con calligrafia leggibile, in modo preciso e conciso.
9) Prima di iniziare un servizio mettere sotto carica le attrezzature ed evitare durante il servizio l’uso inappropriato delle stesse (comprese le radio trasmittenti).
10) Se messi in contatto con il cliente evitare di dare allo stesso pareri, consigli, considerazioni personali, modus operandi dell’agenzia, ecc.
11) Assicurarsi in caso di contratto ad intermittenza che il datore di lavoro abbia provveduto alla chiamata con notifica all’Inps.
12) Partecipare ai corsi di aggiornamento con interesse, concentrazione ed educazione.
13) Evitare spese superflue a carico del cliente e controllare i costi di gestione durante i servizi.
14) Vestirsi in maniera sobria e con colori neutri.
15) In caso di utilizzo del proprio veicolo assicurarsi di essere in regola (assicurazione rc, revisione, manutenzione) e in caso di utilizzo di veicolo aziendale trattarlo come se fosse il proprio. In entrambi i caso ricordarsi di fare rifornimento carburante e non partire a riserva.
16) Durante il servizio prestare la massima attenzione al fine di non essere scoperti (es.: “bruciare” il servizio per una foto, effettuare manovre azzardate che destino sospetti, ecc.).
17) Un buon pedinamento (salvo gps) nasce sempre da un buon appostamento, quindi regolarsi su come ci si apposta.
18) Nel lavoro di coppia evitare atteggiamenti troppo enfatici o teatrali oppure l’opposto (es.: una coppia ferma 2 ore in auto che non parla o non si fa una carezza, desterebbe comunque curiosità)
19) Evitare atteggiamenti “polizieschi” o peggio usurpazione di titoli.
20) Prima di iniziare un’indagine ricordare dell’indagato di farsi dare connotati, segni particolari, abitudini, dati veicolo, zone di frequenza, ecc.
NEWS DEL 09.02.2014
Leggiamo da più parti che ancora oggi, dopo quasi 3 anni e quando manca poco allo scadere dell'adeguamento-perfezionamento di cui al D.M. 269/2010 (marzo 2014), c'è ancora chi ha dubbi e perplessità sulla liceità dei corsi di perfezionamento erogati da varie organizzazioni-associazioni di categoria.
Invero questa confusione è stata generata anche dal fatto che i corsi di perfezionamento, secondo la legislazione universitaria, sono corsi post laurea (così come i master), accessibili quindi a chi ha almeno una laurea triennale, quindi non ai diplomati.
Ricordiamo che il D.M. 269\2010 è legge nuova e come tutti gli impianti normativi è "perfettibile", cioè suscettibile di future modifiche (che sono state previste).
La normativa di riferimento è la LEGGE 19 novembre 1990, n. 341.
Come ogni legge italiana, poi, è soggetta ad una miriade di interpretazioni e mai si chiarisce-definisce un preciso controllo dei dettami normativi; nei nostri studi leggiamo Corsi di Perfezionamento e Aggiornamento Professionale, Corsi di Formazione Permanente e Ricorrente, Corsi di Perfezionamento e di Alta Formazione, Corsi di Formazione post universitari, insomma, come spesso accade nel bel paese, ogni sagrestia canta la sua omelia.
Da varie ricerche web (tra esse molto utile è quella pubblicata dall'Università di Camerino o quella di Macerata), abbiamo cercato di far luce su questo "spinoso" problema... rilevando quanto segue:
A) Corsi di Alta Formazione
I corsi di alta formazione sono pensati per lavoratori dipendenti e autonomi che desiderino approfondire ad alto livello le competenze in ambiti specialistici legati alla propria attività. I corsi sono articolati in modo da venire incontro alle esigenze didattiche e organizzative di chi è impegnato nel mondo del lavoro: di qui un’offerta di corsi dotati di particolare flessibilità nelle modalità formative (suddivise tra didattica frontale e lavoro individuale) e nella personalizzazione dell’insegnamento. Per l’ammissione è necessario almeno il diploma di scuola superiore.
B) Corsi di Perfezionamento
I corsi di perfezionamento hanno l’obiettivo di approfondire un ambito disciplinare, secondo modalità, requisiti, durata stabilite dall’Università per ogni singolo corso. I corsi possono prevedere attività formative per un massimo di 300 ore (lo standard medio varia tra le 80 e le 160 ore), corrispondenti a 12 CFU (crediti formativi universitari), possono avere durata non superiore ad un anno e sono rivolti a coloro che sono in possesso di titolo di studio di livello universitario (art. 16, DPR 162/82). La frequenza ai Corsi di perfezionamento è obbligatoria e si conclude con il rilascio di un attestato eventualmente corredato dall’attribuzione di crediti universitari. I corsi di perfezionamento e di aggiornamento professionale sono aperti a coloro che siano in possesso dei seguenti titoli universitari: diploma universitario, laurea, laurea specialistica/magistrale. Possono inoltre essere aperti a coloro che sono in possesso di diploma di istruzione di secondo grado e che hanno maturato esperienze professionali ritenute congrue agli scopi del corso (come per i titolari di licenza ex art. 134 Tulps).
L’iscrizione ai Corsi di Perfezionamento non è incompatibile con la contemporanea iscrizione a corsi di laurea, laurea specialistica/magistrale, master, dottorati di ricerca, corsi di specializzazione. È possibile frequentare più corsi di perfezionamento contemporaneamente. I corsi possono essere ad iscrizione diretta oppure con prova di selezione: le diverse modalità sono specificate nell’avviso di ammissione relativo al corso prescelto. Al termine del corso, agli studenti che abbiano frequentato rispettando gli obblighi previsti dall’avviso di ammissione viene rilasciato un attestato di partecipazione-frequenza.
Tutti i corsi di perfezionamento istituibili presso le università si configurano nelle seguenti tipologie alla conclusione dei quali vengono rilasciati attestati di frequenza:
A) Corsi istituiti ai fini di un arricchimento ed approfondimento culturale;
B) Corsi istituiti ai fini di un adeguamento delle conoscenze dei laureati in relazione alla evoluzione delle metodologie e delle acquisizioni scientifiche;
C) Corsi istituiti ai fini dell'addestramento a metodiche strumentali finalizzate all'apprendimento di tecniche operative innovative utilizzabili nelle attività professionali;
D) Corsi istituiti ai fini del perfezionamento scientifico e dell'alta formazione permanente e ricorrente.
LEGGE 19 novembre 1990, n. 341
Riforma degli ordinamenti didattici universitari Art. 6. Formazione finalizzata e servizi didattici integrativi.
comma 2. (*) Le università possono inoltre attivare, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili nel proprio bilancio e con esclusione di qualsiasi onere aggiuntivo a carico del bilancio dello Stato:
lettera c) corsi di perfezionamento e aggiornamento professionale.
comma 4. I criteri e le modalità di svolgimento dei corsi e delle attività formative, ad eccezione di quelle previste dalla lettera c) del comma 1, sono deliberati dalle strutture didattiche e scientifiche, secondo le norme stabilite nel regolamento di cui all'articolo 11.
art. 11. Autonomia didattica.
1. L'ordinamento degli studi dei corsi di cui all'articolo 1, nonché dei corsi e delle attività formative di cui all'articolo 6, comma 2 (*), è disciplinato, per ciascun ateneo, da un regolamento degli ordinamenti didattici, denominato "regolamento didattico di ateneo". Il regolamento è deliberato dal senato accademico, su proposta delle strutture didattiche, ed è inviato al Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica per l'approvazione. Il Ministro, sentito il CUN, approva il regolamento entro 180 giorni dal ricevimento, decorsi i quali senza che il Ministro si sia pronunciato il regolamento si intende approvato. Il regolamento e` emanato con decreto del rettore.
2. I consigli delle strutture didattiche determinano, con apposito regolamento, in conformità al regolamento didattico di ateneo e nel rispetto della libertà di insegnamento, l'articolazione dei corsi di diploma universitario e di laurea, dei corsi di specializzazione e di dottorato di ricerca, i piani di studio con relativi insegnamenti fondamentali obbligatori, i moduli didattici, la tipologia delle forme didattiche, ivi comprese quelle dell'insegnamento a distanza, le forme di tutorato, le prove di valutazione della preparazione degli studenti e la composizione delle relative commissioni, le modalità degli obblighi di frequenza anche in riferimento alla condizione degli studenti lavoratori, i limiti delle possibilità di iscrizione ai fuori corso, fatta salva la posizione dello studente lavoratore, gli insegnamenti utilizzabili per il conseguimento di diplomi, nonché la propedeuticità degli insegnamenti stessi, le attività di laboratorio, pratiche e di tirocinio e l'introduzione di un sistema di crediti didattici finalizzati al riconoscimento dei corsi seguiti con esito positivo, ferma restando l'obbligatorietà di quanto previsto dall'articolo 9, comma 2, lettera d).
3. Nell'ambito del piano di sviluppo dell'università, tenuto anche conto delle proposte delle università, deliberate dagli organi competenti, può essere previsto il sostegno finanziario ad iniziative di istruzione universitaria a distanza attuate dalle università anche in forma consortile con il concorso di altri enti pubblici e privati, nonché a programmi e a strutture nazionali di ricerca relativi al medesimo settore. Tali strutture possono essere costituite con decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica di concerto con il Ministro del tesoro.
C) Master di I^ livello e Master di II^ livello
Per accedere ai Master di primo livello è sufficiente aver conseguito la Laurea di primo livello oppure altro titolo universitario di durata almeno triennale, conseguito secondo gli ordinamenti previgenti il D.M. 509/1999 (vecchio ordinamento), equiparato alla Laurea di primo livello ai sensi della normativa vigente. Per accedere, invece, ai Master di secondo livello è necessario aver conseguito la Laurea Magistrale/Specialistica oppure la Laurea conseguita secondo gli ordinamenti previgenti il D.M. 509/1999. I Master di primo livello sono classificati, nel “Quadro dei Titoli Italiani”, come titoli di secondo ciclo, mentre i Master di secondo livello sono titoli del terzo ciclo.
Insomma, da questa disamina, appare evidente che l'autonomia universitaria permette delle rilevanti eccezioni attraverso deroghe ai regolamenti rettoriali (che sono legge) stabiliti quasi sempre dalle decisioni scaturite nel Senato Accademico.
Nel caso specifico - quello degli Investigatori Privati - andrebbe anche applicata la sacrosanta acquisizione di esperienze maturate sul campo e comunque la considerazione che un rappresentante provinciale del Governo (Prefetto), nel concedere licenza, ritiene acquisiti una serie di requisiti (scusate il gioco di parole) ed una maturata esperienza professionale che - successivamente - dovrà appunto essere integrata-perfezionata da un percorso formativo ad hoc.
D'altronde ai dubbi di "pochi scettici" aveva già riposto il Ministero dell'Interno lasciando intendere che non era possibile intervenire nelle leggi previste dagli atenei in quanto di competenza, eventualmente, del Miur: in pratica è come se il Miur attraverso i rettori mettesse bocca su decreti emanati dal Ministro dell'Interno. inconcepibile !
Tuttavia anche noi abbiamo storto il naso quando si parlava di perfezionamento per diplomati, bastava che nel decreto ministeriale interessato si parlasse di corsi di formazione permenente e ricorrente o corsi di alta formazione e tutto questo non sarebbe successo.
Ma tant'è, il D.M. 269/2010 ha fatto il suo corso, e vivaddio è la legge dei nostri figli perchè permetterà a questi ultimi di confrontarsi con gente che prima di acquisire una licenza prefettizia, studia 3 anni, fa esperienza per 3 anni e chiude il ciclo con un perfezionamento finale.
Finisce così "l'era dell'amico del cugino dell'amico" che dopo due mesi di collaborazione in un'agenzia investigativa, grazie ad interpretazione discrezionale e non a specifici requisiti formativi e tecnici, diventava investigatore privato. La vecchia possibilità ha immesso sul mercato anche avventizi, avventurieri e una serie cospicua di raccomandati che hanno "strapazzato" questa professione in malomodo e oggi ne stiamo pagando le conseguenze (insieme a questa crisi che non trova soluzione).
Come sempre, in relazione alla suddetta analisi, ci farebbe piacere ricevere ogni altra utile notizia integrativa, ricerca o quant'altro necessario a chiarire ancor di più l'argomento.
Grazie per l'attenzione. GB
Leggiamo da più parti che ancora oggi, dopo quasi 3 anni e quando manca poco allo scadere dell'adeguamento-perfezionamento di cui al D.M. 269/2010 (marzo 2014), c'è ancora chi ha dubbi e perplessità sulla liceità dei corsi di perfezionamento erogati da varie organizzazioni-associazioni di categoria.
Invero questa confusione è stata generata anche dal fatto che i corsi di perfezionamento, secondo la legislazione universitaria, sono corsi post laurea (così come i master), accessibili quindi a chi ha almeno una laurea triennale, quindi non ai diplomati.
Ricordiamo che il D.M. 269\2010 è legge nuova e come tutti gli impianti normativi è "perfettibile", cioè suscettibile di future modifiche (che sono state previste).
La normativa di riferimento è la LEGGE 19 novembre 1990, n. 341.
Come ogni legge italiana, poi, è soggetta ad una miriade di interpretazioni e mai si chiarisce-definisce un preciso controllo dei dettami normativi; nei nostri studi leggiamo Corsi di Perfezionamento e Aggiornamento Professionale, Corsi di Formazione Permanente e Ricorrente, Corsi di Perfezionamento e di Alta Formazione, Corsi di Formazione post universitari, insomma, come spesso accade nel bel paese, ogni sagrestia canta la sua omelia.
Da varie ricerche web (tra esse molto utile è quella pubblicata dall'Università di Camerino o quella di Macerata), abbiamo cercato di far luce su questo "spinoso" problema... rilevando quanto segue:
A) Corsi di Alta Formazione
I corsi di alta formazione sono pensati per lavoratori dipendenti e autonomi che desiderino approfondire ad alto livello le competenze in ambiti specialistici legati alla propria attività. I corsi sono articolati in modo da venire incontro alle esigenze didattiche e organizzative di chi è impegnato nel mondo del lavoro: di qui un’offerta di corsi dotati di particolare flessibilità nelle modalità formative (suddivise tra didattica frontale e lavoro individuale) e nella personalizzazione dell’insegnamento. Per l’ammissione è necessario almeno il diploma di scuola superiore.
B) Corsi di Perfezionamento
I corsi di perfezionamento hanno l’obiettivo di approfondire un ambito disciplinare, secondo modalità, requisiti, durata stabilite dall’Università per ogni singolo corso. I corsi possono prevedere attività formative per un massimo di 300 ore (lo standard medio varia tra le 80 e le 160 ore), corrispondenti a 12 CFU (crediti formativi universitari), possono avere durata non superiore ad un anno e sono rivolti a coloro che sono in possesso di titolo di studio di livello universitario (art. 16, DPR 162/82). La frequenza ai Corsi di perfezionamento è obbligatoria e si conclude con il rilascio di un attestato eventualmente corredato dall’attribuzione di crediti universitari. I corsi di perfezionamento e di aggiornamento professionale sono aperti a coloro che siano in possesso dei seguenti titoli universitari: diploma universitario, laurea, laurea specialistica/magistrale. Possono inoltre essere aperti a coloro che sono in possesso di diploma di istruzione di secondo grado e che hanno maturato esperienze professionali ritenute congrue agli scopi del corso (come per i titolari di licenza ex art. 134 Tulps).
L’iscrizione ai Corsi di Perfezionamento non è incompatibile con la contemporanea iscrizione a corsi di laurea, laurea specialistica/magistrale, master, dottorati di ricerca, corsi di specializzazione. È possibile frequentare più corsi di perfezionamento contemporaneamente. I corsi possono essere ad iscrizione diretta oppure con prova di selezione: le diverse modalità sono specificate nell’avviso di ammissione relativo al corso prescelto. Al termine del corso, agli studenti che abbiano frequentato rispettando gli obblighi previsti dall’avviso di ammissione viene rilasciato un attestato di partecipazione-frequenza.
Tutti i corsi di perfezionamento istituibili presso le università si configurano nelle seguenti tipologie alla conclusione dei quali vengono rilasciati attestati di frequenza:
A) Corsi istituiti ai fini di un arricchimento ed approfondimento culturale;
B) Corsi istituiti ai fini di un adeguamento delle conoscenze dei laureati in relazione alla evoluzione delle metodologie e delle acquisizioni scientifiche;
C) Corsi istituiti ai fini dell'addestramento a metodiche strumentali finalizzate all'apprendimento di tecniche operative innovative utilizzabili nelle attività professionali;
D) Corsi istituiti ai fini del perfezionamento scientifico e dell'alta formazione permanente e ricorrente.
LEGGE 19 novembre 1990, n. 341
Riforma degli ordinamenti didattici universitari Art. 6. Formazione finalizzata e servizi didattici integrativi.
comma 2. (*) Le università possono inoltre attivare, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili nel proprio bilancio e con esclusione di qualsiasi onere aggiuntivo a carico del bilancio dello Stato:
lettera c) corsi di perfezionamento e aggiornamento professionale.
comma 4. I criteri e le modalità di svolgimento dei corsi e delle attività formative, ad eccezione di quelle previste dalla lettera c) del comma 1, sono deliberati dalle strutture didattiche e scientifiche, secondo le norme stabilite nel regolamento di cui all'articolo 11.
art. 11. Autonomia didattica.
1. L'ordinamento degli studi dei corsi di cui all'articolo 1, nonché dei corsi e delle attività formative di cui all'articolo 6, comma 2 (*), è disciplinato, per ciascun ateneo, da un regolamento degli ordinamenti didattici, denominato "regolamento didattico di ateneo". Il regolamento è deliberato dal senato accademico, su proposta delle strutture didattiche, ed è inviato al Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica per l'approvazione. Il Ministro, sentito il CUN, approva il regolamento entro 180 giorni dal ricevimento, decorsi i quali senza che il Ministro si sia pronunciato il regolamento si intende approvato. Il regolamento e` emanato con decreto del rettore.
2. I consigli delle strutture didattiche determinano, con apposito regolamento, in conformità al regolamento didattico di ateneo e nel rispetto della libertà di insegnamento, l'articolazione dei corsi di diploma universitario e di laurea, dei corsi di specializzazione e di dottorato di ricerca, i piani di studio con relativi insegnamenti fondamentali obbligatori, i moduli didattici, la tipologia delle forme didattiche, ivi comprese quelle dell'insegnamento a distanza, le forme di tutorato, le prove di valutazione della preparazione degli studenti e la composizione delle relative commissioni, le modalità degli obblighi di frequenza anche in riferimento alla condizione degli studenti lavoratori, i limiti delle possibilità di iscrizione ai fuori corso, fatta salva la posizione dello studente lavoratore, gli insegnamenti utilizzabili per il conseguimento di diplomi, nonché la propedeuticità degli insegnamenti stessi, le attività di laboratorio, pratiche e di tirocinio e l'introduzione di un sistema di crediti didattici finalizzati al riconoscimento dei corsi seguiti con esito positivo, ferma restando l'obbligatorietà di quanto previsto dall'articolo 9, comma 2, lettera d).
3. Nell'ambito del piano di sviluppo dell'università, tenuto anche conto delle proposte delle università, deliberate dagli organi competenti, può essere previsto il sostegno finanziario ad iniziative di istruzione universitaria a distanza attuate dalle università anche in forma consortile con il concorso di altri enti pubblici e privati, nonché a programmi e a strutture nazionali di ricerca relativi al medesimo settore. Tali strutture possono essere costituite con decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica di concerto con il Ministro del tesoro.
C) Master di I^ livello e Master di II^ livello
Per accedere ai Master di primo livello è sufficiente aver conseguito la Laurea di primo livello oppure altro titolo universitario di durata almeno triennale, conseguito secondo gli ordinamenti previgenti il D.M. 509/1999 (vecchio ordinamento), equiparato alla Laurea di primo livello ai sensi della normativa vigente. Per accedere, invece, ai Master di secondo livello è necessario aver conseguito la Laurea Magistrale/Specialistica oppure la Laurea conseguita secondo gli ordinamenti previgenti il D.M. 509/1999. I Master di primo livello sono classificati, nel “Quadro dei Titoli Italiani”, come titoli di secondo ciclo, mentre i Master di secondo livello sono titoli del terzo ciclo.
Insomma, da questa disamina, appare evidente che l'autonomia universitaria permette delle rilevanti eccezioni attraverso deroghe ai regolamenti rettoriali (che sono legge) stabiliti quasi sempre dalle decisioni scaturite nel Senato Accademico.
Nel caso specifico - quello degli Investigatori Privati - andrebbe anche applicata la sacrosanta acquisizione di esperienze maturate sul campo e comunque la considerazione che un rappresentante provinciale del Governo (Prefetto), nel concedere licenza, ritiene acquisiti una serie di requisiti (scusate il gioco di parole) ed una maturata esperienza professionale che - successivamente - dovrà appunto essere integrata-perfezionata da un percorso formativo ad hoc.
D'altronde ai dubbi di "pochi scettici" aveva già riposto il Ministero dell'Interno lasciando intendere che non era possibile intervenire nelle leggi previste dagli atenei in quanto di competenza, eventualmente, del Miur: in pratica è come se il Miur attraverso i rettori mettesse bocca su decreti emanati dal Ministro dell'Interno. inconcepibile !
Tuttavia anche noi abbiamo storto il naso quando si parlava di perfezionamento per diplomati, bastava che nel decreto ministeriale interessato si parlasse di corsi di formazione permenente e ricorrente o corsi di alta formazione e tutto questo non sarebbe successo.
Ma tant'è, il D.M. 269/2010 ha fatto il suo corso, e vivaddio è la legge dei nostri figli perchè permetterà a questi ultimi di confrontarsi con gente che prima di acquisire una licenza prefettizia, studia 3 anni, fa esperienza per 3 anni e chiude il ciclo con un perfezionamento finale.
Finisce così "l'era dell'amico del cugino dell'amico" che dopo due mesi di collaborazione in un'agenzia investigativa, grazie ad interpretazione discrezionale e non a specifici requisiti formativi e tecnici, diventava investigatore privato. La vecchia possibilità ha immesso sul mercato anche avventizi, avventurieri e una serie cospicua di raccomandati che hanno "strapazzato" questa professione in malomodo e oggi ne stiamo pagando le conseguenze (insieme a questa crisi che non trova soluzione).
Come sempre, in relazione alla suddetta analisi, ci farebbe piacere ricevere ogni altra utile notizia integrativa, ricerca o quant'altro necessario a chiarire ancor di più l'argomento.
Grazie per l'attenzione. GB
NEWS DEL 25.10.2013
Salve a tutti, con la presente desidero comunicare che in questo mese ho ricevuto la nomina di Presidente del Comitato Formazione Professionale Federpol.
Pertanto, vista l'incompatibilità del mio ruolo con quella di Titolare Firmatario dell'A.i.i.c.s., ho comunicato al Consiglio Esecutivo e Nazionale della Federpol di rinunciare ad organizzare corsi in concorrenza con la federazione fino alla durata della mia nomina, più precisamente nelle macroaree del D.M. 269/2010 (investigazioni private e informazioni commerciali).
L'accademia continuerà quindi ad organizzare corsi in ambito criminalistico, criminologico e della sicurezza (per quest'ultima saranno escluse le figure previste dal suddetto decreto ministeriale).
Ovviamente tutti i miei progetti ed i miei impegni saranno "trasferiti" alla Federpol, quindi potrete continuare a seguirmi nelle attività di formazione (investigazioni private e informazioni commerciali) che organizzerò a favore della Federpol, interagendo con il sito istituzionale www.federpol.it o sulla pagina Facebook "Federpol Roma".
Grazie a tutti, cordiali saluti, Gaetano Bernieri.
Salve a tutti, con la presente desidero comunicare che in questo mese ho ricevuto la nomina di Presidente del Comitato Formazione Professionale Federpol.
Pertanto, vista l'incompatibilità del mio ruolo con quella di Titolare Firmatario dell'A.i.i.c.s., ho comunicato al Consiglio Esecutivo e Nazionale della Federpol di rinunciare ad organizzare corsi in concorrenza con la federazione fino alla durata della mia nomina, più precisamente nelle macroaree del D.M. 269/2010 (investigazioni private e informazioni commerciali).
L'accademia continuerà quindi ad organizzare corsi in ambito criminalistico, criminologico e della sicurezza (per quest'ultima saranno escluse le figure previste dal suddetto decreto ministeriale).
Ovviamente tutti i miei progetti ed i miei impegni saranno "trasferiti" alla Federpol, quindi potrete continuare a seguirmi nelle attività di formazione (investigazioni private e informazioni commerciali) che organizzerò a favore della Federpol, interagendo con il sito istituzionale www.federpol.it o sulla pagina Facebook "Federpol Roma".
Grazie a tutti, cordiali saluti, Gaetano Bernieri.
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NEWS DEL 6.10.2013
Con oggi si chiude il bellissimo corso sulla comunicazione non verbale (CNV) tenutosi a Napoli, presso l'Hotel Le Cheminee, con il gratuito patrocinio dell'A.I.I.C.S. e dell'Università Popolare Europea.
Non ci eravamo sbagliati nel considerare l'autore e relatore del corso, il dott. Igor Vitale, come uno dei più preparati esperti del settore, inserendolo quindi tra i docenti freelance dell'accademia.
Visto il connubio tra l'azienda di consulenza del dott. Vitale e l'A.i.i.c.s., è in preparazione uno studio specifico per il settore dell'investigazione private.
Con oggi si chiude il bellissimo corso sulla comunicazione non verbale (CNV) tenutosi a Napoli, presso l'Hotel Le Cheminee, con il gratuito patrocinio dell'A.I.I.C.S. e dell'Università Popolare Europea.
Non ci eravamo sbagliati nel considerare l'autore e relatore del corso, il dott. Igor Vitale, come uno dei più preparati esperti del settore, inserendolo quindi tra i docenti freelance dell'accademia.
Visto il connubio tra l'azienda di consulenza del dott. Vitale e l'A.i.i.c.s., è in preparazione uno studio specifico per il settore dell'investigazione private.
Nella foto i corsisti con il dott. Igor Vitale
(fonte studio Odonto Medica)
NEWS DEL 29.9.2013
L'A.I.I.C.S e L'UNIVERSITA' POPOLARE EUROPEA CONCEDONO IL GRATUITO PATROCINIO AD UN EVENTO FORMATIVO UNICO del dott. Igor Vitale,
"Corso in Analisi Avanzata della Comunicazione Non Verbale"
Napoli 5 e 6 Ottobre 2013
per ulteriori dettagli clicca sulla foto qui sotto per collegarti al programma
L'A.I.I.C.S e L'UNIVERSITA' POPOLARE EUROPEA CONCEDONO IL GRATUITO PATROCINIO AD UN EVENTO FORMATIVO UNICO del dott. Igor Vitale,
"Corso in Analisi Avanzata della Comunicazione Non Verbale"
Napoli 5 e 6 Ottobre 2013
per ulteriori dettagli clicca sulla foto qui sotto per collegarti al programma
Finalmente una grande opportunità per i colleghi, il primo corso di perfezionamento in Italia con la tecnica Blended Learning o apprendimento misto o apprendimento ibrido, cioè parte on-line (giuridico-teorica) e parte in aula (normativa e tecnico-operativa).
Il Corso è stato progettato dall'A.I.I.C.S. e verrà erogato dalla nota Università Telematica Giustino Fortunato di Benevento (http://www.unifortunato.eu/) per ottemperare a quanto previsto dal D.M. 269/2010 (adeguamento ai laureati per chi è titolare di licenza prefettizia da meno di 5 anni dall'entrata in vigore dal siddetto decreto e requisiti per i collaboratori professionali).
L'A.I.I.C.S. ha riformulato il corso di perfezionamento progettato per l'Università degli Studi di Campobasso e per l'Università degli Studi di Messina e per l'Università degli Studi di Cassino, con lo standard da 160h. "effettive", al fine di inserire la parte e-learning e creando 4 moduli di seguito indicati:
MODULO A - GIURIDICO (in e-learning)
MODULO B - INVESTIGAZIONI PRIVATE (in aula)
MODULO C - CRIMINALISTICA (in aula)
MODULO D - SICUREZZA (in aula)
I colleghi e gli altri discenti avranno così l'opportunità di studiare parte del corso (40 ore) su piattaforma telematica (senza spostarsi per raggiungere l'università) mentre le restanti 120 ore saranno in aula e 40 di queste prevederanno aspetti pratici del settore investigativo privato.
Le lezioni si terranno presso la bella ed attrezzata struttura dell'ateneo beneventano e l'uscita del bando è prevista per i primi di settembre 2013.
Il corso terminerà nei tempi utili alla scadenza dei 3 anni previsti dal D.M. 269/2010 per adeguarsi e cioè Marzo 2014.
La UNIFortunato e l'A.I.I.C.S. hanno inoltre previsto - per chi ne faccia richiesta - l'acquisizione di un singolo modulo a scelta che può servire ai colleghi per l'aggiornamento annuale obbligatorio, oltre a facilitazioni economiche per gli studenti universitari iscritti alla facoltà di giurisprudenza dell'ateneo.
Per le iscrizioni occorre ovviamente aspettare l'uscita del bando.
L'A.I.I.C.S. ringrazia l'Università Giustino Fortunato per la grande opportunità che ha reso alla nostra categoria !
Il Corso è stato progettato dall'A.I.I.C.S. e verrà erogato dalla nota Università Telematica Giustino Fortunato di Benevento (http://www.unifortunato.eu/) per ottemperare a quanto previsto dal D.M. 269/2010 (adeguamento ai laureati per chi è titolare di licenza prefettizia da meno di 5 anni dall'entrata in vigore dal siddetto decreto e requisiti per i collaboratori professionali).
L'A.I.I.C.S. ha riformulato il corso di perfezionamento progettato per l'Università degli Studi di Campobasso e per l'Università degli Studi di Messina e per l'Università degli Studi di Cassino, con lo standard da 160h. "effettive", al fine di inserire la parte e-learning e creando 4 moduli di seguito indicati:
MODULO A - GIURIDICO (in e-learning)
MODULO B - INVESTIGAZIONI PRIVATE (in aula)
MODULO C - CRIMINALISTICA (in aula)
MODULO D - SICUREZZA (in aula)
I colleghi e gli altri discenti avranno così l'opportunità di studiare parte del corso (40 ore) su piattaforma telematica (senza spostarsi per raggiungere l'università) mentre le restanti 120 ore saranno in aula e 40 di queste prevederanno aspetti pratici del settore investigativo privato.
Le lezioni si terranno presso la bella ed attrezzata struttura dell'ateneo beneventano e l'uscita del bando è prevista per i primi di settembre 2013.
Il corso terminerà nei tempi utili alla scadenza dei 3 anni previsti dal D.M. 269/2010 per adeguarsi e cioè Marzo 2014.
La UNIFortunato e l'A.I.I.C.S. hanno inoltre previsto - per chi ne faccia richiesta - l'acquisizione di un singolo modulo a scelta che può servire ai colleghi per l'aggiornamento annuale obbligatorio, oltre a facilitazioni economiche per gli studenti universitari iscritti alla facoltà di giurisprudenza dell'ateneo.
Per le iscrizioni occorre ovviamente aspettare l'uscita del bando.
L'A.I.I.C.S. ringrazia l'Università Giustino Fortunato per la grande opportunità che ha reso alla nostra categoria !
CORSO C.I.I.E. 2013 - L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CASERTA CONCEDE IL PATROCINIO MORALE
Con protocollo n.63129 del 3.9.2013 l'Amministrazione Comunale di Caserta ha concesso all'A.I.I.C.S. il patrocinio morale per il Corso Collaboratori Istituti di Investigazioni Private, in quanto compatibile con i programmi dell'Amministrazione Comunale - Settore Grandi Eventi, Turismo, Spettacolo e Marketing Territoriale.
Si ringrazia vivamente il Sindaco di Caserta, dott. Pio Del Gaudio, e l'Assessorato di competenza.